Ho il piacere di comunicarvi che è uscito per la casa editrice Alpes il libro SUL SANGUE MESTRUALE.
Leggi biologiche, costruzioni culturali, immagini simboliche, esplorazioni psicoanalitiche per un discorso taciuto, a seguito dell’omonimo ciclo di videoconferenze indetto da Afrodite. Studi su una soggettiva differenza (AIPA. Associazione Italiana di Psicologia Analitica).
In questo libro e’ presente un mio articolo dal titolo “La legge sull’impurità rituale femminile nell’ortodossia russa e le sue radici pagane” che ho presentato nel ciclo di videoconferenze.
Il libro e’ acquistabile online a questo link https://www.alpesitalia.it/prodotti-1080-sul_sangue_mestruale
Vi lascio di seguito l’introduzione del mio articolo che fornisce i temi che si sviluppano nel’articolo.
L’ortodossia russa, ricca di tradizioni e rituali, è un esempio emblematico di come le religioni possano evolversi nel tempo, integrando elementi di credenze precedenti.
Uno degli aspetti più intriganti e meno compresi di questa tradizione è la legge sull’impurità rituale femminile.
Questo concetto, radicato profondamente nella prassi e nella dottrina ortodossa, rivela un intreccio complesso tra i dogmi cristiani e le usanze pagane che hanno preceduto il cristianesimo in Russia.
In queste pagine, proverò ad analizzare le origini storiche e teologiche di questa legge, esplorando come le pratiche legate all’impurità rituale femminile siano state influenzate e modellate da credenze pagane autoctone.
Analizzando i testi sacri e le interpretazioni dei Padri della Chiesa, nonché i riti e i costumi che si sono tramandati fino ai giorni nostri, ho provato a comprendere come l’ortodossia russa abbia assimilato e reinterpretato questi elementi in un contesto cristiano.
Cercherò di comporre un quadro di come la legge sull’impurità rituale femminile sia stata applicata e vissuta all’interno delle comunità ortodosse, evidenziando le sfumature e le complessità di un argomento che continua a essere rilevante nei nostri giorni.
Iniziamo dall’etimologia e dal concetto di “ortodossia”, poiché già in esso sono presenti alcune caratteristiche psicologiche peculiari.
Ortodossia significa dottrina corretta, basata sulla fermezza nella fede, sull’aderenza incondizionata ai suoi dogmi e alle sue tradizioni.
Cosa significa fermezza nella fede?
Vuol dire profonda convinzione, a prescindere dalla comprensione, che prevede un’accettazione come legge senza il diritto di dubitare.
Cosa significa aderire incondizionatamente a qualcosa?
Significa non permettere deviazioni, sia consapevoli che inconsapevoli, a prescindere dai significati; Stabilità in ogni circostanza.
Chi aderisce a questa dottrina è caratterizzato da un tipo di pensiero conservatore.
Non accetta con facilità le riforme, innovazioni o cambiamenti.
Gli aggettivi principali che caratterizzano la percezione dei postulati religiosi da parte dell’uomo sono sempre aggettivi al superlativo: immacolato, vero, divinamente ispirato, puro, senza peccato, illimitato.
Si sottolinea il massimo livello di qualità.
Questa è la profondità della fede, poiché riflette le emozioni, che sono le sole in grado di creare situazioni di esperienza di una certa qualità e intensità.
Il termine “ortodossia” compare per la prima volta nel territorio della Rus’ ne “La parola sulla legge e la grazia” del metropolita Ilarione negli anni 1034-1035.
Il termine si è definitivamente formato dal punto di vista terminologico e contenutistico dalla fine del XIV all’inizio del XV secolo.
Nella Chiesa ortodossa ci sono alcune regole che differiscono per uomini e donne.
Una di queste regole è il divieto di alcuni gesti ecclesiastici da parte delle donne che stanno attraversando il periodo mestruale o il periodo post-partum.
Ai giorni nostri, questo divieto si presenta così: è possibile entrare in chiesa, partecipare al servizio dall’inizio alla fine, pregare, fare il segno della croce, confessarsi, per contro non è permesso toccare le icone, accendere candele e fare la comunione.
Questo divieto si applica per l’intero ciclo mestruale e parzialmente per il periodo post-parto.
Alla base di questi divieti c’è l’affermazione che la donna con il sangue mestruale è una donna impura.
Pertanto, nei suoi confronti si applica la legge dell’”impurità rituale”.
Molti studiosi ortodossi, ministri della chiesa, storici, culturologi hanno cercato di trovare una spiegazione al termine “impurità rituale”, al concetto di “donna impura” e ai divieti ad essi associati, al fine di definirli come necessari, importanti o come già superati e non necessari.
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